NABA Painting and Visual Arts/What's going on?

NON-ALIGNED MODERNITY / MODERNITÀ NON ALLINEATA | A cura di Marco Scotini, in collaborazione con Andris Brinkmanis e Lorenzo Paini | 26 ottobre 2016 | FM Centro per l’Arte Contemporanea, Milano

Posted in docenti, Events, Exhibition by NABA Painting and Visual Arts on 24/10/2016

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Milano, 21 luglio 2016, FM Centro per l’Arte Contemporanea, il nuovo polo per l’arte contemporanea e il collezionismo inaugurato lo scorso aprile ai Frigoriferi Milanesi, riapre la stagione espositiva il 26 ottobre con tre nuove mostre e un ciclo di incontri rivolti ai collezionisti.

 

NON-ALIGNED MODERNITY / MODERNITÀ NON ALLINEATA

Eastern-European Art and Archives from the Marinko Sudac Collection /

Arte e Archivi dell’Est Europa dalla Collezione Marinko Sudac

 

A cura di Marco Scotini, in collaborazione con Andris Brinkmanis e Lorenzo Paini

26 ottobre 2016 inaugurazione

27 ottobre – 23 dicembre 2016

 

 

Dopo l’ampia ricognizione de L’Inarchiviabile sull’arte italiana degli anni ’70, il programma espositivo di FM Centro per l’Arte Contemporanea prosegue con un secondo appuntamento ancora rivolto a una realtà meno nota e tutta da scoprire. Nonostante il prestigio internazionale di alcuni suoi rappresentanti abbiamo a che fare con una realtà pressoché sommersa ma che rappresenta un contributo eccezionale alla storia artistica della seconda metà del Novecento.

 

Non-Aligned Modernity non solo si rivolge all’arte dei paesi dell’Est-Europa ma cerca di indagare un capitolo anomalo e nient’affatto marginale di questa stessa storia, non inquadrabile né nell’ideologia del Blocco Sovietico, né nel modello liberista delle democrazie occidentali. Rileggere la scena artistica della ex-Jugoslavia nel tempo della Guerra Fredda, lungo i trent’anni che vanno dall’inizio degli anni ’50 all’inizio degli ’80, significa infatti confrontarsi con una costitutiva e irriducibile differenza culturale. Ciò ci permette di riaprire gli archivi della storia dell’arte, scalfendo e decostruendo la canonizzazione storiografica proposta dalla modernità occidentale, nella sua pretesa di universalismo, neutralità e autonomia estetica.

 

Con Non-Aligned Modernity FM Centro per l’Arte Contemporanea intende proseguire nella propria indagine sulla molteplicità culturale della modernità, ogni volta in relazione a un dato contesto geopolitico in cui questa si è declinata come modernità ‘locale’. In questa occasione lo fa attraverso una rilevante collezione privata sull’arte dell’Europa centrale sotto il Socialismo: la collezione Marinko Sudac, a sua volta anomala e “non allineata” all’idea di collezionismo classico, custodisce al suo interno non solo opere d’arte ma anche archivi e materiale documentale di straordinaria importanza storiografica. Una collezione che – nel corso degli anni – si è posta il compito di rintracciare tendenze artistiche radicali entro una coerente linea di avanguardia nelle aree dell’Europa Centro-Est.

 

 

 

 

 

 

La mostra Non-Aligned Modernity intende rileggere lo spazio culturale e artistico della ex-Jugoslavia come laboratorio complesso e interstiziale, sospeso tra l’Est e l’Ovest ma non completamente assimilabile a nessuno dei due fronti, consentendo di superare la visione dicotomica classica tra un’Europa e l’altra. Con il modello jugoslavo, in sostanza, la differenza non si pone più soltanto tra Est e Ovest ma anche all’interno del cosiddetto Est.

 

Di fatto, fin dall’origine della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia le idee progressive moderniste vedono il Socialismo come l’espressione radicale e sperimentale di queste stesse tendenze. Per cui all’indomani del ’48, in seguito alla rottura dell’alleanza con l’Unione Sovietica da parte di Tito e il ritiro della Jugoslavia dal Blocco dell’Est, si assiste anche ad un distacco dalle dottrine del realismo socialista. La Jugoslavia è la prima realtà dell’Est a presentare tendenze astrattiste in eventi artistici internazionali e a far guadagnare all’astrazione modernista uno status quasi-ufficiale, tanto attraverso i monumenti della rivoluzione sparsi un po’ ovunque quanto per mezzo dei padiglioni di rappresentanza nazionale. Ne sono esempi i lavori dello scultore Vojin Bakić e del Gruppo EXAT 51. Ma, senza dubbio, è ancora in Jugoslavia che compaiono le prime manifestazioni di arte concettuale dell’Europa Centrale, grazie ad una costellazione di figure “non allineate” e fuori dal sistema ufficiale dell’arte che prende il nome di Gruppo Gorgona e che ha pochi equivalenti tanto ad Est che ad Ovest.

 

Con il passaggio dalla politica dell’autogestione dei lavoratori degli anni ‘50 alle riforme di mercato del ‘65 anche l’Arte Concettuale diventa più critica e si sviluppa oltre che a Zagabria in altri poli culturali come Lubiana, Belgrado e Novi Sad per tutti gli anni Settanta con figure di primaria importanza, a partire dall’esperienza del collettivo d’avanguardia slovena OHO Group. Interventi urbani, contaminazioni grafiche, performance e video sono al centro delle pratiche dei gruppi Group of Six Artists, oltre a Bosch + Bosch, KOD,  Verbumprogram, eccetera.  A cui si aggiunge il rilievo individuale di alcune figure che ormai hanno raggiunto fama internazionale come Sanja Iveković, Marina Abramović, Mladen Stilinović, Goran Trbuljak, Tomislav Gotovac, Vlado Martek, Radomir Damnjanović Damnjan.

 

Se è vero che il fenomeno jugoslavo è per molti versi un caso a sé stante, è altrettanto vero che negli stessi anni ’70 l’arte concettuale ha una grande produzione nei paesi dell’Europa centrale: Ungheria, Cecoslovacchia e Polonia, con cui gli stessi artisti jugoslavi hanno scambi e contatti, e in cui operano figure internazionali come Július Koller, Dora Maurer, Milan Grygar, Stano Filko, Rudolf Sikora, Jiří Valoch, Józef Robakowski.

 

Nell’intento di restituire questo quadro completo la mostra presenta 100 artisti con oltre 400 opere, alternando cornici concettuali geografiche ad altre di natura temporale, in cui non viene fatta alcuna gerarchizzazione tra opere e materiali d’archivio, in cui si interroga l’elemento documentale come tale. Tutto questo enfatizzando il carattere organico della stessa Collezione Marinko Sudac che viene presentata per la prima volta fuori dai paesi dell’Est Europa attraverso una grande campionatura di materiali: opere pittoriche, scultoree, fotografie, vinili, film, video, opere grafiche, artist’s books.

 

 

Gli artisti

 

Marina Abramović, Milan Adamčiak, Vojin Bakić, László Beke, Jerzy Bereś, Slavko Bogdanović, Bosch + Bosch Group, Eugen Brikcius, Boris Bućan, Dalibor Chatrný, Marijan Ciglić, Attila Csernik, Radomir Damnjanović Damnjan, Drago Dellabernardina, Boris Demur, Braco Dimitrijević, Nuša and Srečo Dragan, Miklós Erdélyi, EXAT 51, Eugel Feller, Stano Filko, Attalai Gábor, Ivo Gattin, Tibor Gáyor, Iztok Geister, Tomislav Gotovac, Gorgona Group, Milan Grygar, Vladimir Gudac, Gulyas Gyula, Károly Halász, Matjaž Hanžek, Miljenko Horvat, Sanja Iveković, Željko Jerman, Marijan Jevšovar, László Kerekes, Miroslav Klivar, Julije Knifer, Milan Knížák, J.H. Kocman, Kod Group, Běla Kolářová, Július Koller, Vladimir Kopicl, Ivan Kožarić, Jarosław Kozłowski, Naško Križnar, Andrzej Lachowicz, Katalin Ladik, László Lakner, Haris Laszlo, Natalia LL, Dimitrije Bašičević Mangelos, Vlado Martek, Slavko Matković, Dora Maurer, Karel Miler, Marijan Molnar, Antun Motika, Pécsi Műhely (Kismányoky Károly, Szijártó Kálmán), David Nez, Koloman Novak, Ladislav Novák, OHO Group, Géza Perneczky, Vladimir Petek, Ivan Picelj, Sándor Pinczehelyi, Marko Pogačnik, Jan Pokorný, Bogdanka Poznanović, Mirko Radojčić, Božidar Rašica, Red Peristyle, Józef Robakowski, Đuro Seder, Rudolf Sikora, Zdzisław Sosnowski, Aleksandar Srnec, Tamás St. Auby, Jan Steklik, Petr Štembera, Mladen Stilinović, Sven Stilinović, László Szalma, Bálint Szombathy, Slobodan Tišma, Raša Todosijević, TOK Group, Endre Tót, Desider Tóth, Goran Trbuljak, Jiří Valoch, Josip Vaništa, Verbumprogram, Peđa Vranešević, Zbigniew Warpechowski.

 

 

La Collezione Marinko Sudac

 

Attraverso la sua attività collezionistica Marinko Sudac, fondatore della piattaforma Museum of the Avant-garde (www.avantgarde-museum.com), si è rivolto all’esplorazione, alla ricerca e alla promozione di quelle pratiche d’avanguardia che dall’inizio del ‘900 fino alla caduta del Muro di Berlino sono state emarginate o rifiutate a causa di circostanze storiche, sociali e politiche. In questo modo la collezione è diventata una risorsa inesauribile per la ricerca e lo studio delle avanguardie europee per esperti, storici dell’arte e artisti da tutto il mondo. Opere della Collezione Marinko Sudac sono andate in prestito a musei quali la Tate Modern di Londra, il Museo d’Arte Moderna di Varsavia, il Museo d’Arte Contemporanea di Zagabria, il Ludwig Múzeum – Museo d’Arte Contemporanea di Budapest, la Haus der Kunst di Monaco di Baviera e il Nottingham Contemporary.

 

Le mostre delle gallerie del Centro

 

Il 26 ottobre aprono all’interno di FM Centro per l’Arte Contemporanea anche altre due mostre: Laura Bulian Gallery inaugura una personale di Ugo La Pietra intitolata I gradi di libertà/The degrees of freedom, con un focus sulle opere create dall’artista negli anni ’70, mentre la Galleria Giorgio Persano – invitata nel temporary space – presenta Michele Zaza. Opere/Works 1970–2016 a cura di Elena Re. Questa importante mostra attraverserà i momenti salienti della ricerca espressiva di Zaza, a partire dagli esordi fino al più attuale contributo.

L’idea curatoriale è infatti quella di sottolineare la centralità dell’artista all’interno di un dibattito che si proietta nel tempo presente.

Oltre a un ampio numero di opere, verrà anche esposta una ricca selezione di documenti provenienti dall’Archivio dell’artista. Tanto che questa personale di Michele Zaza sarà un vero e proprio approfondimento – in linea con l’offerta culturale che la mostra L’Inarchiviabile/The Unarchivable ha messo in moto.

 

 

Altri eventi

 

A ottobre verrà presentato il catalogo della mostra L’Inarchiviabile/The Unarchivable. Italia anni ’70, e partirà un ciclo di incontri tematici esclusivi, riservati ai collezionisti, con approfondimenti su aspetti conservativi, di mercato, legali, e sulla gestione e valorizzazione delle collezioni.

 

 

 

FM Centro per l’Arte Contemporanea è un nuovo polo dedicato all’arte e al collezionismo che raccoglie in un unico contesto tutti i soggetti e le funzioni connesse alla conservazione e alla valorizzazione delle collezioni private e degli archivi d’artista. Situato all’interno dello storico complesso industriale dei Frigoriferi Milanesi, include un’area espositiva dedicata a collezioni italiane e internazionali, uno spazio per gallerie d’arte contemporanea, e una serie di archivi d’artista. Parallelamente, il centro promuove un programma di residenze per artisti e curatori gestito all’associazione FARE, cicli di incontri con i collezionisti e screening program.
La direzione artistica è affidata a Marco Scotini, che è affiancato da un advisory board di esperti internazionali che include Charles Esche (Director, Van Abbemuseum, Eindhoven), Hou Hanru (Direttore Artistico, MAXXI, Roma), Vasif Kortun (Director of Research and Program, SALT, Istanbul), Grazia Quaroni (Senior Curator / Head of Collections, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris), Enea Righi (collezionista, Bologna).

 

FM Centro per l’Arte contemporanea è promosso da Open Care (Gruppo Bastogi), l’unica società in Italia ad offrire servizi integrati per l’art advisory, la gestione e la conservazione dell’arte.

 

 

FM Centro per l’Arte Contemporanea

via Piranesi, 10 – 20137 Milano

info@fmcca.ithttp://www.fmcca.it

tel. +39 02 73981

 

Contatti stampa:

Franca Reginato

Rossella Tripodi

press@fmcca.it

tel. +39 02 73983231-3232

 

 

Federica Mutti | MOSTRA MACROCEFALA | 22 ottobre | Placentia Arte

Posted in docenti, Events by NABA Painting and Visual Arts on 18/10/2016

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Federica Mutti

MOSTRA MACROCEFALA

 

Di fronte alla macrocefalia del proprio operato, ci si spaventa.
Come si è giunti ad un simile strabordare?
Ci si soffermi sul costo della testa che ci è toccata in sorte.
Come ce la potremo permettere?

 

PLACENTIA ARTE presenta la mostra personale di Federica Mutti, che prosegue la propria analisi sul rapporto tra costruzione teorica e formalizzazione iconica.
Mostra macrocefala è l’apologia di un’indagine fortemente cerebrale, del fare arte praticamente ma secondo vie speculative. È una mostra che si auto-denuncia in quanto eccessivamente obbediente al capo, che si auto-analizza: Nove poesie macrocefale extra fondenti, una raccolta di analisi teoriche in versi, traccia l’architettura dell’intero percorso, custodendone i capisaldi, gli snodi più complessi e profondi, attraverso una forma che si auspica extra fondente – “incredibilmente facile a sciogliersi in bocca”, come si legge sul retro della copertina.

Mostra macrocefala segue la sperimentazione da parte dell’artista di una “mostra teorica” – quasi totalmente aniconica – concretizzatasi nella recente personale Sull’opera temperata (Ars arte+libri, Bergamo, 2016), della quale eredita alcuni elementi fondanti: Mano d’artista con il relativo dito-pettine e I corpi degli artisti temperati ci salutano caramente si innestano nell’apparato del progetto inedito, tracciandone alcune linee guida.
Se da un lato si afferma la possibilità di una ricerca cerebrale, dall’altro la mostra nella sua formalizzazione diviene un dispositivo nel quale, di fronte ai tentativi del capo di prevalere, il corpo poi avanza sempre.
Pur assumendo la consolidata diatriba tra mente e viscere nell’ambito della creazione come bacino teorico d’appartenenza, tutte le speculazioni di partenza, le analisi in versi e le costruzioni teoriche si traducono così in forme iconiche. Ne deriva un accumulo di riflessioni visive sulle modalità di scambio tra pubblico e privato, tra pensiero e immagine, tra chi esibisce e chi fruisce. Sono rapporti che si riconfigurano in continuazione, modulandosi di volta in volta secondo le implicazioni variabili di testa e corpo.

L’inginocchiatoio-pulpito è il novello palcoscenico: rimanda ad orazioni intime che diventano confessioni plateali, e viceversa. Sono le forme dello spettacolo contemporaneo, o di spettacoli assimilati di cui si hanno ineluttabili reminiscenze.
Ci si misura con le manie di onnipotenza che derivano dalla produzione e dalla riproduzione.
Lo scontro si estende, si contrappongono la riconoscibilità della forma e la comprensibilità dell’immagine. Mostra macrocefala adotta forme che insinuano il dubbio: si può dire d’aver compreso o ci si sente appagati dall’aver riconosciuto appena? Iconografie riconoscibili conducono a sentimenti di familiarità verso immagini mai incontrate prima.
Una minuscola scultura di testa chiude la Mostra macrocefala.
Capetto incorpora le fondamenta dell’intera mostra: una “solo testa” di reminiscenza classica si erge su una zolletta di zucchero. Si arroga il diritto di eludere le viscere. Ma poi si avvale della riproduzione che è documentazione, certificazione e/o celebrazione di presenza.
E si fa immagine, e si fanno immagini.
Il corpo poi avanza sempre.

 

CARTOGRAFIA CINESE – UN REGALO PER MARCO | Mao Tongqiang | 11 ottobre, ore 18.00 | FM Centro per l’Arte Contemporanea

Posted in docenti, Events, Exhibition by NABA Painting and Visual Arts on 07/10/2016

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FM Centro per l’Arte Contemporanea presenta

 

CARTOGRAFIA CINESE: UN REGALO PER MARCO…
CONFERENZA DI MAO TONGQIANG

 

Sala Carroponte
Frigoriferi Milanesi
Martedì 11 ottobre 2016 ore 18.00

 

 

Dopo la mostra inaugurale L’Inarchiviabile/The Unarchivable. Italia anni 70 e in attesa dell’opening della seconda grande mostra Non-Aligned Modernity/Modernità Non Allineata. Arte e Archivi dell’Est Europa dalla Collezione Marinko Sudac, che inaugurerà il 26 ottobre alle ore 18.00, FM Centro per l’Arte Contemporanea ospita una conferenza ancora dedicata al tema dell’archivio come pratica dell’arte contemporanea di un ospite internazionale.
Mao Tongqiang è fra gli artisti cinesi di fama internazionale più impegnati in una pratica artistica dalle implicazioni sociali, che utilizza metodologie archeologiche e che intende l’archivio come strumento artistico.
In questa conferenza presenta le sue ultime ricerche e grandi installazioni, delineando una cartografia della società cinese a partire dalla figura dell’esploratore Marco Polo.
Introduce la conferenza Marco Scotini, direttore artistico FM Centro per l’Arte Contemporanea.
Mao Tongqiang, nato nel 1960 a Yinchuan, Cina. Nel’1981, si è laureato in Arte all’Università di Ningxia. Dal 1984 al 1986, continua gli suoi studi in Pittura all’Accademia di Belle Arti a Zhengjiang (ora Accademia di Belle Arti della Cina). Vive e lavora tra Yinchuan e Pechino.
Dagli anni ‘90, il suo lavoro si concentra sul significato della vita umana in una società in cambiamento. Realizza la serie Death Files dove mette in discussione i concetti di umanità, società e politica. Nel 2008, crea le importanti serie: Strumenti, Certificati di proprietà, e Bibbie, raccogliendo interi archivi di “ready-made classici” che rappresentano i tre regni: il Cielo, la Terra e il Popolo, con cui esamina i problemi fondamentali di libertà, diritti umani e fede nella società cinese. Recentemente, Mao Tongqiang ha sviluppato ancora di più questi temi, con le serie: I Have a Dream, Famiglie e Archivi, seguendo una metodologia archeologica, con cui continua a produrre opere ed approfondire l’analisi sulla società cinese.
Ha tenuto mostre personali al Singapore Art Museum, China Art Archive and Warehouse, Wall Art Museum e Songzhuang Art Museum. Ha participato in importanti mostre collettive nazionali e internazionali al Bergen Art Museum, Groninger Museum, Deichtorhallen e Wuzhen 2016 Invitational Exhibition of International Contemporary Art.
FM Centro per l’Arte contemporanea è promosso da Open Care – società del Gruppo Bastogi – unica in Italia ad offrire servizi integrati per l’art advisory, la gestione e la conservazione dell’arte.

L’Anarchitetto e il Cinema | 7 ottobre 2016 | Milano Design Film Festival | Anteo Spazio Cinema

Posted in docenti, Events, Exhibition by NABA Painting and Visual Arts on 05/10/2016

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